lunedì 22 febbraio 2016

ASSOCASTELLI 2016



I nobili si alleano per vincere la crisi

Mantenere le dimore storiche costa troppo: marchesi e baroni uniti per resistere. E rilanciare il turismo

IL GIORNALE - Articolo di Michelangelo Bonessa
 Rassegna Stampa 22 febbraio 2016

 
Le nuove leve dell'aristocrazia terriera partono lancia in resta. Un centinaio di nobili e ricchi borghesi si è unito in un'associazione per rilanciare economicamente le rispettive proprietà immobiliari: i tempi sono duri per tutti e non si possono manutenere facilmente castelli e edifici storici.
 
Per questo è nata a Milano Assocastelli dall'iniziativa delle nuove generazioni del bel mondo: l'età media degli aderenti, che possono contare su testimonial europei d'eccezione come l'Arciduca d'Austria Carlo d'Asburgo e il Granduca di Russia George Romanof, è di 45 anni. E in gran parte provengono dal Nord Ovest italiano, Piemonte e Lombardia in testa, proprio le stesse zone dove il Conte di Cavour e l'aristocrazia illuminata ottocentesca importarono dall'Inghilterra il modello del proprietario terriero imprenditore. Una figura opposta per valori a quella del nobile nella concezione spagnola, dove l'ideale era una persona il più distaccata possibile dalle cose materiali come la gestione dei propri fondi. E sull'esempio dell'artefice dell'Unità italiana anche i cento di Assocastelli, che ha tra i suoi fondatori i baroni Ivan Drogo Inglese e Roberto Jonghi Lavarini e l'avvocato Federico Filippo Oriana, vogliono «creare un sistema virtuoso e sinergico di accoglienza turistica, organizzazione di eventi pubblici e privati, e valorizzazione de territorio, della enogastronomia e dell'artigianato locale, attraverso una serie di iniziative sociali ed il lancio di una nuova piattaforma internet, con particolare attenzione alla possibile clientela americana, russa e cinese». Diventare cioè il motore economico per molte comunità. In alcuni casi si tratterà di potenziare quanto già iniziato: il Marchese Giacomo Cattaneo Adorno Giustiniani di Gabiano è proprietario dell'omonimo castello e produce vino, così come per il castello di Piovera del Conte Alessandro Calvi di Bergolo e Rocca Saporiti. O come per il barone Giulio Cesare Ferrari Ardicini, la cui famiglia è proprietaria di storici palazzi in Lombardia e Piemonte oltre che della tenuta agricola Colle Alberti nel Chianti. La nuova unione è nata tra gli aderenti dell'Associazione Nazionale tra le Società di Promozione e Sviluppo Immobiliare (Aspesi) e circa il 70% dei soci appartiene a famiglie della aristocrazia storica, anche se vista l'età media parliamo delle nuove generazioni. Un gruppo che non ha finalità politiche, ma imprenditoriali e che punterà su alcuni mantra di oggi come la qualità del made in Italy. E che potrebbe rappresentare una leva economica per molte zone depresse della penisola visto che i timidi segnali di ripresa si avvertono soprattutto nelle grandi città e nei pochi centri industriali rimasti. Dallo stesso clima innescato dall'aristocrazia imprenditoriale ottocentesca scaturirono le energie per grandi opere come il canale Cavour: con i suoi 83 chilometri è una delle più vaste opere di ingegneria idraulica in Italia e ha permesso lo sviluppo delle zone agricole di Vercelli e Novara. E, oltre che essere fondamentale tutt'oggi per l'economia del territorio, all'epoca fu costruito in tempi record: approvato dal Parlamento nel 1862, fu completato del 1866. Tre anni per un'opera di quasi cento chilometri e che attraversava diverse Amministrazioni e strade. Confrontarlo con qualsiasi cantiere statale odierno sarebbe impietoso. E comunque questi cento aderenti sono solo l'inizio: i fondatori non vogliono fermarsi qui, ma ampliare gradualmente i soci anche oltre i confini nazionali. Per questo i testimonial come Carlo d'Asburgo e George Romanoff sono più che un semplice volto. E sembra che saranno coinvolti anche i principi italiani Emanuele Filiberto di Savoia e Carlo di Borbone delle Due Sicilie. L'obiettivo finale è un network internazionale di attività in tutto il continente: «Si tratta di riprendere alcune buone tradizioni del feudalesimo - spiega il barone Jonghi Lavarini - come il contatto con il territorio». Si torna indietro, per andare avanti.
 
 
 
 


giovedì 11 febbraio 2016

ASSOCASTELLI



 
Nasce a Milano, in collaborazione con ASPESI (Associazione Nazionale tra le Società di Promozione e Sviluppo Immobiliare), ASSOCASTELLI (Associazione Proprietà Castelli, Palazzi e Ville d'Italia), a tutela e sostegno culturale, legale, legislativo ed economico dello straordinario patrimonio storico, artistico, ambientale, identitario ed enogastronomico del territorio italiano. Questi i soci fondatori: Barone Dott. Ivan Drogo Inglese (Presidente), Conte Dott. Alessandro Calvi di Bergolo e Rocca Saporiti (vice Presidente), Avv. Federico Filippo Oriana (Presidente ASPESI), Barone Dott. Roberto Jonghi Lavarini (Aristocrazia Europea), Marchese Giacomo Cattaneo Adorno Giustiniani di Gabiano, Marchese Giuseppe Lupis Rogges, Arch. Aldo Cichero. Informazioni: tradizioneuropea@gmail.com

lunedì 1 febbraio 2016

Resoconto della visita di George Romanoff a Milano.


 
Uno zar a spasso per Milano. Romanoff fa impazzire i super-vip.

Si è conclusa la visita ufficiale milanese di Sua Altezza Imperiale il Principe Zarevic George Romanoff, Granduca di tutte le Russie. Il giovane e simpatico principe russo, oltre ad essere il legittimo erede al trono degli Zar…

 
Si è conclusa la visita ufficiale milanese di Sua Altezza Imperiale il Principe Zarevic George Romanoff, Granduca di tutte le Russie. Il giovane e simpatico principe russo, oltre ad essere il legittimo erede al trono degli Zar, e devotissimo rappresentante del Patriarcato Russo Ortodosso di Mosca, è ambasciatore culturale e commerciale della Russia, in perfetta sintonia con il governo e le politiche del presidente Vladimir Putin, del quale, oltre ad essere sostenitore e collaboratore, è amico personale.

Per questo, oltre ad incontrare la comunità russa ortodossa di Milano ed i rappresentanti dell’aristocrazia europea, nel corso dei tre giorni, ha anche avuto importanti e strategici incontri istituzionali, con la Regione Lombardia (ricevuto dal presidente Roberto Maroni e dall’assessore Giulio Gallera), con Assolombarda Confindustria, Confagricoltura, Borsa di Milano e Mediobanca. George Romanoff, sempre accompagnato dal suo rappresentante in Italia, il nobile milanese Mario Filippo Brambilla di Carpiano (delegato della Fondazione Imperiale, ente benefico internazionale sulla ricerca sul cancro, e socio dello studio di consulenza commerciale internazionale Romanoff & Patners, con sede principale a Bruxelles), da monsignore Dimitri Fantini (archimandrita della Chiesa Ortodossa di Via Giulini a Milano) e dal barone Roberto Jonghi Lavarini (fra i promotori dell’associazione culturale Aristocrazia Europea, immobiliarista, bene introdotto negli ambienti politici lombardi) ha ufficializzato il suo rapporto di collaborazione con Lombardia-Russia, ed i suoi satelliti in Liguria e Piemonte, la più grande, storica ed organizzata associazione culturale filo-russa in Italia, presieduta da Gianluca Savoini, giornalista esperto di geopolitica.

L’evento certamente più significativo è stata la conferenza che si è tenuta presso lo studio legale Grimaldi, sulle opportunità economiche in Russia e le sanzioni, al quale hanno partecipato un centinaio di selezionatissimi imprenditori ed investitori. Relatori sono stati: Anna Marino (giornalista del Sole 24 Ore), l’avvocato Maurizio Mengassini (esperto di diritto pubblico nazionale ed internazionale), il professore Fabrizio De Marinis (intellettuale, storico e giornalista), l’imprenditore Ernesto Preatoni, Rebecca Bettarini (dirigente di Finmeccanica) e, non poteva mancare, il principe Guglielmo Giovannelli Marconi (presidente del centro studi internazionali Libere Identità Europee).

Fra il pubblico, sono stati notati altri nomi noti dell’imprenditoria lombarda come: Marco Bruciamonti (Farmagan), Ivan Drogo Inglese (ASPESI), Giuseppe Ganassini di Camerati (Rilastil) e Giulio Livoni (MUSA). A conclusione di questo tour imperiale, vi è stato, “va san dir”, un esclusivo ricevimento presso il magnifico palazzo nobiliare dell’avvocato Alessandro Verga Ruffoni Menon, a San Fermo della Battaglia, in provincia di Como, al quale hanno presenziato amici e sostenitori, sia russi che italiani, dello Zarevic e rappresentanti di famiglie storiche, dai Dalla Chiesa ai Paternò, una media di due cognomi a partecipante, come i conti: Giuseppe Manzoni di Chiosca e Poggiolo, Enzo Modulo Morosini di Risicalla e Sant’Anna, Alessandro Romei Longhena e Paolo Vandelli Bulgarelli di Marsciano.