Nella carenza di tutela dei diritti nobiliari da parte dello Stato Italiano espressamente sancita dalla XIV disposizione transitoria e finale della Costituzione della Repubblica, un gruppo di gentiluomini italiani fra i quali alcuni studiosi di storia, diritto, discipline araldiche e genealogiche, riunitosi a Roma il 19 dicembre 1951 ed il 17 febbraio 1952, concertò di procedere alla costituzione di un ente privato che avesse per fine l'accertamento dei diritti storici dei nobili italiani e la loro difesa, nei limiti consentiti dalle norme vigenti. Venne all'uopo diretto a S.M. Umberto II Re d'Italia di venerata memoria, un indirizzo firmato dai nobili italiani di tutte le regioni, nel quale si pregava l'Augusto Signore di concedere all'iniziativa il suo gradimento e patrocinio. Piacque alla Maestà del Re Umberto II in udienza concessa ai promotori dell'iniziativa del 29 settembre 1954, di approvare i concetti programmatici dell'indirizzo dianzi menzionato. Onde in Assemblea Generale tenuta a Roma il 3 marzo 1957 fu costituito il Corpo della Nobiltà Italiana, come libera associazione di Nobili Italiani, approvandone contemporaneamente l'ordinamento ed il regolamento, in tempi successivi aggiornati o emendati. Il Corpo della Nobiltà Italiana si fuse il 1° gennaio 1980 con l'Unione della Nobiltà d'Italia (costituita il 21 dicembre 1951 con scopi assistenziali e di organizzazione giovanile) assumendone funzioni e scopi. Con la scomparsa di S.M. il Re Umberto II non è più operante la Regia Prerogativa e pertanto il Corpo della Nobiltà Italiana è oggi l'unico ente che ha competenza ricono sciuta ed accettata dai Nobili Italiani di accertare e salvaguardare i loro diritti storici. L'anzidetta funzione e competenza del Corpo della Nobiltà Italiana è riconosciuta anche dal Sovrano Militare Ordine di Malta.
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