Associazione Culturale Aristocrazia Europea

martedì 17 dicembre 2013

SCIENZE AUSILIARIE DELLA STORIA, GLI ORDINI DI CAVALLERIA

 
Il Conte Fernando Crociani Baglioni (insieme alla consorte, Contessa Simona) con il Principe Stephan Cernetic del Montenegro ed il Principe Guglielmo Giovannelli Marconi.
 
 
 
Mi congratulo vivamente e con grande ammirazione con l’Exc.mo Sr. D.  Francisco Acedo Fernández Pereira, e con tutti i curatori militari e civili, della Mostra organizzata a Madrid dal Ministero della Difesa del Regno di Spagna;  in quanto non è questa una mostra esclusiva per gli studiosi, per gli appassionati, per gli “addetti ai lavori”. E’ questa una mostra di alta cultura che coniuga l’interesse generale per la storia, per le sue scienze ausiliarie, con un’attenzione speciale, tradizionalmente propria del mondo castrense,  verso gli Ordini  militari e civili, sovrani e religiosi, dinastici e statuali, di merito militare, civile, culturale o di bneeficenza ;  il loro “diritto cavalleresco”  così contiguo  al “diritto nobiliare”, che unitamente alle scienze genealogiche,  a numismatica, vessillologia, faleristica, uniformologia, filatelìa, rappresentano la congèrie  disciplinare,  o se si vuole, interdisiciplinare dell’Araldica in senso lato, ovvero delle Scienze Ausiliarie della Storia.
Non può esservi infatti un’analisi scientificamente  approfondita della storia del Secondo, come del presente Terzo Millennio,  che possa prescindere dalla simbologia; cioè dai simboli araldici e cavallereschi che accompagnarono le epoche nella loro successione e interdipendenza; sia verso gli avvenimenti politici, sociali, religiosi, culturali, economici,  dinastici, diplomatici e  militari, nazionali, internazionali o locali, che le caratterizzarono.  Non v’è personaggio o corpo sociale, ecclesiastico, militare, accademico o politico, centrale o locale; non v’è dinastia, famiglia aristocratica o istituzione politica monarchica o repubblicana, che siano entrati nella storia, che non siano raffigurati dalla relativa arma o scudo, motto o impresa, dai loro titoli, gradi e dignità. Così fu per gli Ordini di cavalleria; quanto alla loro fondazione, alla loro natura giuridica, alla loro evoluzione e trasformazione al passo coi mutamenti istituzionali e politici, alle caratteristiche specifiche dei propri gradi, alla relazione stretta che ebbero con le istituzioni militari e i loro ceti e gradi; nonché al mutare del gusto estetico e artistico, delle mode e delle sensibilità condivise in ogni epoca storica.
La tradizione degli ordini cavallereschi affonda le sue radici all’epoca delle Crociate, al pieno Medioevo, agli albori del secondo millennio, quando l’Occidente cristiano e l’Europa nel suo complesso si difendeva e si batteva, e continuò a battersi nell’arco di tutto il millennio.  Contro l’espansione arabo-musulmana, saracena e successivamente turco-ottomana; sino ai nostri tempi in cui la nostra Civiltà occidentale sotto minaccia è chiamata a difendersi  contro l’attacco terroristico jahidista.  Eppure tutti, il grande pubblico di questo inizio di terzo millennio,  nelle monarchie o nelle repubbliche, negli stati nazionali o in quelli federali, qualsiasi cittadino, anziano lavoratore o giovane studente, che veda alla propria festività nazionale, sfilare le Forze Armate in parata,  può rendersi conto della suggestione delle decorazioni cavalleresche sul petto degli ufficiali, o appuntate sulle bandiere di guerra degli eserciti. E chiedersene il significato,  il valore simbolico,  e provarne il fascino che da sempre croci e medaglie destano nell’animo del cittadino animato da sincero patriottismo, ed acceso dal vincolo di spirito e di sangue che lo lega alla storia, al passato, presente e futuro della propria terra, della propria Patria, qualunque ne fosse la forma politica e  istituzionale di governo.
Infatti non v’è funzionario civile o ufficiale delle istituzioni castrensi, magistrato, professionista affermato  o imprenditore di successo, giornalista, scrittore, cattedratico o diplomatico di lunga carriera,  che non aspiri ad una ricompensa morale per il suo buon servizio reso nell’arco della vita professionale alla pubblica amministrazione o nelle forme più articolate e variegate, allo Stato, alla  propria nazione, al  sovrano legittimo o al  presidente legalmente, costituzionalmente eletto.
E queste ricompense si chiamano “Ordini”, in quanto sono istituzioni che emanano da un’autorità legittima, e si articolano in gradi, a seconda della rilevanza dei meriti specifici  (carriere specchiate o gesta  militari o civili), del valore personale più o meno eccezionale che il loro conferimento, indossandone le rispettive insegne,  intende  onorare; o del  rango del decorato, cittadino o straniero, di cui  l’insegna medesima  vuol testimoniare il prestigio  pubblico e  sociale, a livello nazionale o internazionale.
Da cui gli Ordini nella storia si andarono articolando per tipologie:   Ordini sovrani, come il Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, detto di Rodi, detto di MaltaOrdini Militari:  come gli Ordini di Santiago de la Espada (nei rami spagnolo e portoghese),  di Calatrava, di Alcantara e Contesa; l’Ordine del Cristo (nei rami Pontificio,  e della Corona Portoghese, assunto al mutamento istituzionale quale ordine di merito militare  dalla Repubblica Portoghese); l’Ordine Militare di Savoia (assunto al mutamento istituzionale quale Ordine Militare d’Italia dalla Repubblica Italiana).  Ordini di Collana, detti anche Ordini Supremi, caratterizzati da un’unica classe e per insegne  collare e placca :   a cominciare dai Supremi Ordini Pontifici del Cristo e  dello Speron d’Oro;  l’Ordine Supremo  del Toson d’Oro (nei due rami imperiali, dal Sacro Romano Impero, austriaco e spagnolo); l’Ordine Supremo della SS.ma Annunziata  (massima istituzione cavalleresca del Regno di Sardegna e poi d’Italia,  tuttora conferito dal Capo della Real Casa di Savoia );  l’Ordine dei Serafini, dell’Elefante Bianco,  etc.
Sovente gli Ordini di merito, istituiti in Europa nei secoli XIX  (ad imitazione della Legion d’Onore di Francia)  e vieppiù nel XX,  anche nelle nazioni extraeuropee, nei consueti sei gradi (cavaliere, ufficiale, commendatore, grand’ufficiale, cavaliere di gran croce – gran cordone, cavaliere di collare – gran collare), comprendono il grado massimo di Cavaliere di Collare, che richiama e in una certa misura sostituisce l’Ordine Supremo a classe unica di Collare.  E’ questo il caso dell’Ordine Piano, pontificio, che dal 1939 comprende il grado massimo di Cavaliere di Collare, che i Romani Pontefici conferiscono di prassi ai sovrani e capi di stato, anche non cattolici, laddove non sussistano i requisiti di meriti eccezionali verso la Santa Chiesa che comportino il conferimento del Supremo Ordine del Cristo o, a seguire, dello Speron d’Oro.   Tra gli ultimi insigniti del Supremo Ordine del Cristo furono:  S.M. il Re Vittorio Emanuele III, S.M. il Re Umberto II , S.E. il Generalissimo Francisco Franco,  S.M. il Re Baldovino, S.E. il Generale Charles de Gaulle, S.E. il Presidente  Antonio Segni, S.E. il Presidente Giuseppe Saragat, S.E. il Capitano Generale Principe del Drago, Comandante della Guardia Nobile, S.A.Em.ma il Principe e Gran Maestro Frà  Angelo de Mojana.
Sempre forte anche nella splendida, spettacolare Mostra militare madrilena la suggestione tradizionale,  il fascino che gli Ordini di Cavalleria in ogni epoca suscitano in tutte le generazioni, e come auspichiamo vivamente, nelle giovani e giovanissime, destando, traendo in ogni uomo e donna, con la forza  spirituale e l’insegnamento inesauribile dell’identità comunitaria e nazionale, l’etica   del  retaggio.
 
Sua Eccellenza Cavaliere di Gran Croce Prof. Fernando Crociani Baglioni
 
*Pubblicato nel catalogo dell’esposizione sugli Ordini cavallereschi nel dicembre 2011, a cura del Ministero della Difesa del Regno di Spagna .

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